5 consigli per chi vuole occuparsi di comunicazione

La scorsa settimana sono stato ospite del Corso Magistrale di Comunicazione Pubblica e Politica all’università di Torino, dove Lorenzo Pregliasco tiene un laboratorio su Strategie elettorali, campaigning e consulenza politica. Mi sono promesso di inviare i miei contatti agli studenti insieme ad alcuni materiali utili, e ho pensato che invece di una mail posso scrivere qui un articolo destinato a chiunque al giorno d’oggi voglia occuparsi di comunicazione.

Non perché io sia un guru di questo mondo, o abbia una sfolgorante carriera alle mie spalle, ma perché salendo per un attimo in cattedra mi sono ricordato di come fosse stare dall’altra parte. Il mondo sta cambiando velocemente: tante professioni sono nate nell’arco dei soli ultimi 5 anni, altre nasceranno ancora, altre esistono da tempo ma agiscono dietro la luce dei riflettori e sono difficili da individuare come destinazione per il proprio percorso professionale.

Ecco perciò una piccola cassetta degli attrezzi che spero possa essere utile a chi passa da questo blog, e ai futuri specialisti della comunicazione.

 

1 – Formatevi fuori dalla classe

Non fermatevi ai programmi didattici, esistono tantissimi modi per completare il proprio profilo gratuitamente: dai corsi di Google Analytics, a quelli per apprendere la Search Engine Optimization (SEO), a intere piattaforme dedicate a chi vuole scoprire qualcosa di nuovo, come AlisonSkillshare (competenze che vi consiglio di apprendere sono per esempio un minimo di linguaggio digitale [html, Java, Phyton… scegliete voi], email marketing & social media marketing). Anche su Youtube si può imparare ad utilizzare strumenti stra-richiesti nel mondo del lavoro come Photoshop e Indesign.

 

2 – Confrontatevi con chi fa questi mestieri

Con Linkedin, Google e Facebook è semplicissimo trovare chi lavora dietro alle cose che vi piacciono. Se apprezzate lo stile di comunicazione di Ikea o la campagna elettorale della Bonino cercate chi le ha create. Chiedete a loro cosa hanno studiato, e cosa è richiesto per fare il loro lavoro. Con la stessa logica, se vorrete farlo, scegliete il master dove concludere il vostro percorso di studi: guardate i lavori che fa chi ci insegna.

 

3 – Tenete d’occhio i bandi

Ne escono in continuazione di ogni tipo: qui a Torino la Compagnia di San Paolo ne ha pubblicati alcuni solo negli ultimi mesi. Trovate le piattaforme giuste per rimanere aggiornati, e poi candidatevi con le vostre idee: è un ottimo modo per imparare cose nuove facendo qualcosa di pratico in modo retribuito. Come anche il servizio civile, una borsa di studio particolare, l’Erasmus, o qualsiasi opportunità per passare un periodo all’estero. È un gran plus sul curriculum e, a proposito:

 

4 – Stracciate il Curriculum

O almeno, non puntate tutto su quello: create un vostro portfolio, un documento che raccolga ciò che di concreto (o anche solo di pratico) avete fatto. Progetti a cui avete partecipato, campagne di comunicazione realizzate, o anche solo idee: non c’è bisogno che questi progetti esistano realmente, se per esempio vorreste occuparvi di comunicazione politica create una finta campagna elettorale per il candidato che vi piace, corredata di materiali grafici e piano media. Realizzatela come se fosse vera. Sembrerà un po’ ridicolo, ma le persone che vi valuteranno per un lavoro saranno interessate solo in minima parte al vostro percorso di studi, e molto di più a cosa siete in grado di realizzare per loro, e alle idee che potete offrirgli (ecco, per esempio, se decidete di candidarvi per una posizione può essere utile allegare una presentazione di analisi o creatività che avete pensato per la tal azienda o ente).

 

5 – Giocate a calcetto

Rischierò di farmi lanciare addosso pomodori e uova come il ministro Poletti quando se ne uscì con questa esternazione, ma sono d’accordo sul fatto che la ricerca del lavoro debba passare anche da canali inaspettati. D’altro canto io non sono un Ministro del lavoro, e forse posso permettermi di dirvelo in modo del tutto informale: non limitatevi a lasciare curriculum e portfolio. Se viaggiate in treno o con BlaBlaCar parlate con le persone che incontrate del loro lavoro, cercate di capire come funzioni, le dinamiche che ci sono dietro, se può introdurvi a qualcuno che può avere bisogno delle vostre idee e competenze. O ancora meglio, recatevi nei luoghi dove si parla dei lavori che vi piacciono. Siete mai stati al Festival del giornalismo di Perugia, o quello della Tv e dei nuovi media di Dogliani? Non abbiate paura di chiedere a chi va lì a raccontare la propria esperienza, fatevi conoscere.

 

Bonus track: Just do it!

Come ha scritto nella pietra lo spot Nike, iniziare a fare. Raccontate la vostra passione nei canali che più vi piacciono: un blog sulla pesca, sull’uncinetto, la cucina o i videogame. Un canale Instagram o Youtube, una pagina Facebook, una collaborazione con qualche rivista specialistica o uno stage poco retribuito da qualche parte (purché vi permetta di imparare qualcosa di pratico che potrete mettere a frutto). Iniziate a creare contenuti sulle cose che vi piacciono. Imparerete come portare avanti un progetto di comunicazione, le difficoltà che si incontrano per crescere, modi per farlo meglio, e chi lo sa: se siete bravi potreste pure farvi notare. Male che vada, metterete tutto nel vostro portfolio.

Spero di esser stato utile e non avervi raccontato banalità: per qualsiasi dubbio scrivetemi pure, son sempre felice di poter dare una mano.

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Questo è il blog di Davide Battisti, digital storyteller: qualcuno che racconta storie attraverso la rete. Anche se nella vita parlo sempre meno, mi occupo e appassiono di comunicazione. Mi trovi su Instagram al link https://www.instagram.com/_davidelo/